La serata prima al sedici è stata una delle peggiori della mia vita. I miei genitori erano andati al paise della mia madre e io era rimasta sola a casa.
Al contrario di l'anno scorso, quell' estate mi ero costretta a non dormire, quindi passavo tutto il giorno sul divano, guardando People & Arts. A volte pure si aggiungeva Marta, e mentre bevevamo qualche birra e ci fumavamo delle sigarette ci divertivamo a guardare Miami ink.
Come stavo raccontando la sera del quindici il mio fidanzato è venuto a cena da me e portò la marijuana. Io era da tre anni che non fumavo più, ancora ricordavo la crisi di nervi de l'ultima volta che avevo fumato e avevo promesso che non lo avrei tornato a fare.
Trattandosi di una eccezione visto che il giorno dopo dovevo dare il quiz di guida fumai. Nel terzo tiro incominciai a stordirmi, lui mi sorrideva dicendo : è buona ,vero?
Ce ne andiamo a dormire e io mi sentivo male. Mi sdraiai sul letto e li chiesi di non addormentarsi, li chiesi di starmi vicino . La prima mezz'ora è stato prendendosi cura di me. Poi a certo punto si scocciò.
Io mi sentivo la febbre, sudavo, mi bruciava il petto, fuoco proprio. Avevo voglia di orinare, di defecare, di bere, di vomitare, tutto insieme.
Li lasciai dormire, pensai che ero una palla e che era normale che si fosse scocciato. Finì per alzarmi e prendermi un Diazepan (rilassante muscolare). Passato un poco mi addormentai.
Martedì 17 Luglio:
Non passai.
Piansi tanto che non mi restavano più lacrime. Me ne volevo andare, mi ero scocciata di quella cazzo di casa, di essere sola, della mia vita, mi ero stufata di tutto. Mi faceva proprio schifo la mia vita. L'unica cosa nella quale mi ero impegnata per tanti messi e avevo fallito. Sette errori. Che imbecille! Non ero nervosa...forse un po drogata...
Mercoledì 18 Luglio:
Ricevei una telefonata di Madrid.
Mi offrivano un lavoro come animatrice in Platja d'aro (Girona). Doveva iniziare l'stessa settimana. Non ci pensai nemmeno un attimo. Ero quello che avevo desiderato durante tanti mesi. Accettai.
Li spiegai la buona notizia alla mia sorella, che soltanto mi rispose:
-Ed il tuo ragazzo?
Cazzo! Non ci aveva nemmeno pensato! Era vero che lui si prendeva le ferie quella stessa settimana però comunque era proprio lui sempre a dirmi che io dovevo lavorare, solo feci quello che lui mi aveva detto.
E come sempre, lui non ha dovuto dire niente. Avrei giurato che nemmeno si lamentava, non li interessavo proprio. Neanche per un secondo mi diede a intendere che non voleva che ci andasse e pur essendo così...non ci avrei fatto caso. In quel momento non c'era più nessuno importante di me e quel villaggio. Forse senza saperlo stavo andando in contro al mio destino.
Venerdì 20 Luglio:
Presi il pullman che mi portava a Platja d'Aro da Barcellona capitale. Passata un' oretta e mezza ero là, in mezzo un paese completamente sconosciuto per me. Fece la colazione e me ne andai col zaino di 30 killi addosso al “Valld'aro”, quello che doveva essere il mi nuovo lavoro. Dire che non fu solo un cambio di lavoro, ma un cambio di vita. Radicale.
Arrivata al villaggio mi presentaronno il mio capo d'Animazione, che era ancora più giovane di me. Sembrava simpatico, e questo mi fece andare un po in giro, dove doveva dormire io, chi erano i miei compagni di lavoro insomma le
cose più importanti da sapere. Io sorridevo, ero contenta, l'ansia non esisteva più.
Dopo mangiato è iniziato il mio lavoro, i bimbi erano molto carini e la mia compagna di stanza, Sarai, sembrava bravissima. Infatti siamo diventate amiche dal primo "Hola" che abbiamo scambiato.
Sabato 28 Luglio:
Il tempo passava in fretta, senza praticamente accorgermi. Non mi mancava niente, non mi mancava nessuno, nemmeno lui.
Mi divertivo con i bimbi, soprattuto nella minidisco, che per me significava pure il finale lavorativo della giornata. Mi alzavo alle otto del mattino, facevo colazione, una sigaretta e una bella doccia e andavo a fare la ginnastica. Poi al miniclub fino l'ora di pranzo. Dopo mangiato mi mettevo a prendere il sole nella piazzola del movil-home, non c'era nessuno che mi potesse vedere. Il mio capo era stato riuscito a trovare una mini piscina di bambini e così avevamo pure il bagnetto. Mentre le mie colleghe dormivano la siesta io aproffitava per rilassarmi, sempre con quel caldo che accompagna i pomeriggi della costa mediterranea. Dopo si ricominciava il lavoro fino le otto, momento in cui tornavo alla movil-home.
Una bella doccia e rilassata mi sedevo con Sarai e Violeta a fumare ed scherzare all'infuori della movil-home, almeno lo facevamo fino che arrivava il sicurezza di 70 anni che ci faceva zittire.
Quel sabato ero stata io a scegliere la tematica della “rua” dei costumi. Di “animaletti”, io andrei di lumaca.Travestita con un po di carta marrone e une antenne, parlava con i bimbi nella porta di animazione mentre aspettavo Sarai che doveva chiudere il miniclub.
All' improvviso, si avvicinò un bel ragazzo che mi guardava sorridendo. Io come brava animatrice ricambiai e non solo, lo salutai pure. Mi sembrava di averlo visto già prima. Era uno degli italiani, tutti sapevamo a cosa erano venuti al villaggio.
Mi domandò qualchecosa che non riuscì a capire. Però pensai che mi parlava del mio costume. Li dissi che ero un “caracol” (lumaca); continuava senza capire, così li dissi pure in inglese, ma neanche. Infatti mi rispose:
-AH! Sei un pokemon!
Mi sono sentita idiota, anzi...pressa in giro... un pokemon? Io? Ma quando mai! Io odiavo i pokemon, non mi hanno mai piaciuto. Mi incazzai, e capii che voleva solo rompere. Invece cosa ha fatto per finire di molestare? Mi ha accarezzato il viso e mi ha detto:
-e dai! Sei un bel pokemon!
Va bene, che doveva fare? Feci finta di niente anche se mi stava salendo la ira, li sorrisi e me ne andai. Così continuai la mia giornata come se nulla fosse successo. Soltanto ogni tanto mi veniva in mente lo sguardo di quei profondi occhi neri, poi mi ricordavo che mi aveva presso in giro e mi costrinsi a non pensarlo più.
Domenica 29 Luglio:
Tante volte mi ero pentita di essere fidanzata, si può dire che quella domenica perfino mi arrabbiai di esserlo. E soprattuto di essere sempre fedele.
Quella sera, il capo de l'azienda d'animazione veniva al villaggio ad attuare travestito di donna, quindi purtroppo tutti dovevamo lavorare. La mia sorella decise di venire a vedere un capo così particolare, pure il mio fidanzato, che avendo le ferie voleva infilarsi nel villaggio a trascorrere la serata con me.
Di fronte la minidisco mi incrociai con lo stronzo, ma che bello era. Senza la tuta e bene pettinato sembrava proprio un' altra persona. Anche se ero arrabbiata per la pressa in giro, la voglia di parlargli era più forte.
-Hola!
-Hola!
-We...this night...go out...to playa...for drink something....with animation...
-aa...(merda, doveva venire proprio quella sera il mio fidanzato, mannaggia!)..I can't go... (volevo piangere!)
-why?
-Cos, my sister come this night for see Norma, and ...(non lo dire imbecille) and my boyfriend.
Abbassai la testa senza ossare nemmeno a guardarlo.
-Do you have boyfriend?
-si...
Abbassai la testa sapendo di stare sbagliando, per una volta potrei essere rimasta zitta. Lui smesse di sorridere, mi guardava un po triste un po arrabbiato, io non lo conoscevo di niente, però glielo riuscivo a vedere negli occhi, quegli occhi... Se ne andarono senza nemmeno voltarsi.
Io sono rimasta male, triste. Volevo dire che anche se ero fidanzata potevamo essere amici, o chissà. Ero stata sempre fedele pero c'era qualcosa in quel ragazzo che anche se essendo consapevole che era peccato mi attirava.
Cominciata l'attuazione del mio capo mi scappavo ogni 10 minuti, andavo alla porta del villaggio, fingendo di aspettare mia sorella, sognando che invece ci fosse lui a venire.Non posso spiegare quello che sentivo, alla fine soltanto avevamo scambiato qualche parola, ma non mi bastava.Ero nervosa, volevo uscire con animazione, volevo andare fuori al villaggio. Volevo stare con lui! Nemmeno sapevo come si chiamasse e già mi aveva fatto pensare a come togliermi il fidanzato di adosso.
Convinsi mia sorella e ai ragazzi e ce ne andiamo a Platja d'aro a prendere qualcosa, siamo finiti in una terrazza dove pure erano gli altri animatori, casualità? Io urlavo di gioia all'interno, ero tanto contenta, significava che prima o poi sarebbero venuti gli Italiani, e con loro, lui. Già si sa, che con la mente si crea, quindi desiderai con tutta mi stessa che venissero, e così fu.
A tre metri da me. Li guardai aspettando il suo sguardo, lui si fece l'interessante e non mi guarda nemmeno. Pensai che dicendo che ero fidanzata avevo perso qualsiasi opportunità. Ma di cosa? Di diventare amici? Lui non mi guardò, non mi vide e la gioia di averlo rivisto se ne andò in fumo.
Sempre per dissimulare mi voltai dal mio fidanzato e li dissi:
-Guarda sti italiani del cazzo vengono qua ad scopare le ragazze, non vogliono altro che usarle come le bambole.
Mentre, pensavo che magari anch'io vorrei essere stata ussata da bambola, invece no. Sia come fosse, se ne andarono. E io rimassi tristissima in quella sedia del bar.
Tornati al villaggio io volevo rimanere da sola. Per fare entrare le visite serviva un “passe” speziale. Io non mi ero preoccupata di chiederlo e quindi mi sono dovuta litigare col sicurezza per fare passare al mio ragazzo. Ero tanto nervossa e trista che senza volere invece di parlare dolcemente per fare piacere al vieccheto e così me lo facesse passare mi messi a urlarli. In fondo non volevo che passase la serata con me e magari il mio subscosciente mi è tradito, dandomi almeno una cosa buona. Non lo fecero entrare.
E io, a dire la verità non mi sono intristita di più. Volevo stare da sola, pensare a quello che non avrei mai avuto. Mai dire mai.
Come sempre in quel periodo, verso le 18 giocavo al CSS con le cuffie quindi mia madre poteva sgolarsi quanto voleva, e non l’avrei mai sentita. Finalmente arrivò col telefono nel soggiorno dicendo:
-è Robe'… che fai, rispondi?
Ovvio… Speravo mi proponessi di fare qualcosa, qualsiasi cosa mi andava bene pur di scendere da quella casa e di non pensare piú alla mia vita di merda. Risposi.
Finita la chiamata iniziai a pensare. Hai visto quanto stai male? Visto quanto i tuoi problemi ti stanno cambiando? Avevo gestito “la situazione” in un modo che non era da me. Dopo soli cinque minuti di telefonata, accettai di fare un viaggio con 4 miei amici: Roberto, Carlo, Michele e Gennaro. Ma prima di sapere dove di preciso, quando, quanto costava, ecc…! Avevo solo visto una via di fuga, l’unica disponibile, in quel momento tutto era migliore di stare a casa. Giggio venne a prendere subito i 175€ di acconto ed entro due settimane mi avrebbe dato ulteriori notizie sul tutto.
Almeno ora avevo un motivo per essere felice e poi staccare un po’ la spina mi avrebbe fatto bene, pensai.
2 settimane dopo…
Dati vacanza:
Destinazione: Costa Brava, Platja d’aro. “ Camping Valldaro”
Durata: Dal 28/07 al 11/08
Mezzo di trasporto: Fiat Grande Punto
Orario di viaggio previsto:
partenza: 2:30 a.m. / 21 ore di viaggio, più soste per riposare e mangiare, facemmo un calcolo di circa trenta ore di viaggio.
Giugno- Luglio
I giorni pasaranno velocemente: mattina a lavoro, pomeriggio Pc e raramente studio. Solite routine fino la sera. Da quando tornai single e iniziai ad avere problemi in famiglia presi abitudini che non mi appartenevano anche se allora erano l’unico sfogo che avevo.
Ci riunivamo ogni sera verso le 23:00, ogni giorno era come un fine settimana, di solito la comitiva era sempre la stessa “ Gli Spagnoli”, ormai contavamo i giorni alla partenza. Passavamo le serate fra drink, fumo, risate e ragazze.
Così sera dopo sera arrivò il giorno della partenza.
Giovedì 26 Luglio
Si parte! 2:00! Non riuscii a riposare neanche cinque minuti, ma non era l’emozione era solo la sensazione di vivere in quel periodo passivamente la mia vita. Era costretto a 21 anni a scappare di fronte ai problemi che mi giravano intorno e ciò mi faceva male, era come una sconfitta.
Come mi aspettavo, fui il primo a raggiungere il luogo dell'appuntamento. Menomale che i bagagli li caricammo il giorno prima poichè sapevo che nessuno si sarebbe svegliato. Iniziai a chiamare tutti.
Una volta in auto il sonno fece spazio all’euforia nel cuore di tutti noi, eravamo in fibrillazione!
Partimmo alle 2:30 come previsto ma dopo 6-7 km, Roberto se ne accorse di aver lasciato a casa la documentazione della prenotazione. Gli dicemmo di tutto. Tornati indietro, ripartimmo la 2 volta. Provavamo ad immaginare come sarebbe stata le vacanze, durammo due ore circa, dopodiché l’euforia andò a fanculo e il sonno prese il soprovvento, tranne Roberto che guidava. Ci svegliammo verso le 9:00, facemmo una breve sosta caffè e riapatimmo col sole, eravamo tutti svegli. Misero la musica, Fabri Fibra, (chi cazzo è?) comunque fui costretto a sentirlo anche io, dopo un’ora già cantavo le sue canzoni insieme con gli altri. Alla fine mi piacque quella musica.
Fra fumo passivo, Fabri Fibra e litigi con i navigatori arrivammo a Montecarlo, dove finalmente ci concedemmo una sosta più lunga (1 ora e mezza). Vedemmo: auto lussuose, yacht giganteschi, la pista di F1... Fu una bella visita, ma la nostra meta era un’altra e così ci rimettemmo in viaggio dopo aver mangiato qualcosa. Ci trovammo in anticipo sulla tabella di marcia.
Decidemmo di non fare soste in Francia, intanto il sole iniziava a calare, facemmo una piccola sosta in Spagna e arrivammo al villaggio verso le 23:00. Troppo in anticipo, visto che la prenotazione era per il giorno dopo dalle 15:00. Così chiedemmo se c’era la possibilità di prendere il bungalow già da allora.
Io e Michele, gli unici che parlavamo inglese, riuscimmo a far capire alla recepcionist, spagnola, il nostro problema. Così pagammo la differenza e dopo le 1000 figure di merda grazie al tentato "inglese- spagnolo” di Roberto andammo nella nostra movil-home, ma a piedi e con i bagagli perchè l’auto non poteva entrare a quella ora. Sistemammo le valigie alla meglio, ci facemmo una doccia veloce e usciamo pronti per il primo divertimento.
Alla fine vagammo durante un’ora per strade buie e desolate, la stanchezza si faceva sentire, il posto non ci piaceva, non trovammo un’anima viva. Pensai che forse non conoscevamo dove andare, comunque ritornammo sconsolati al villaggio sperando in un domani migliore.
Venerdì 27 luglio
Ci svegliammo e come prima cosa Carlo e Mario iniarannno a “ rompere e ricomporre sigarette”, solo che a metà trattamento aggiungevano un altro componente. Io, Giggio e Gennaro preparammo la colazione e dopo andiamo tutti alla ricerca della spiaggia. Con qualche indicazione trovammo il mare (stupendo), dove mangiare qualcosa e tanti negozi.
Tornammo presto al villaggio perché quello era il giorno dell’organizzazione; la quale portò i seguenti compiti:
Roberto (detto Robe')- Aiuto cuoco e lavapiatti
Michele (detto Miche')- Cuoco e rullatore canne
Carlo- Lavapiatti e aiuto rullatore
Gennaro (detto Genni)- Lavapiatti
Io (detto Alessa')- Coreografo, comico e lavapiatti
Comunque fra risate varie mettemmo poche regole da seguire per una buona convivenza. Finalmente era tutto pronto per iniziare la vacanza, così io e Michele andammo in giro per il villaggio per sapere come organizzare le partite, dove poter andare a ballare, gli orari della piscina, ecc…
Riuscii ad organizzare una partita per il giorno dopo, o almeno questo avevo capito io… L’animatore con cui parlai era olandese, mi sembra si chiamasse Paul. Conoscemmo anche un guardiano del villaggio che, guarda caso, era Italiano e precisamente di Caserta! (vicino a Napoli, che piccolo il mondo!). Ci raccontò un po’ di come funzionavano le cose lì, ci diede dei consigli e ci salutammo.
Fattose sera mangiammo, ci preparammo e prima di uscire bevemmo vodka e fumammo, tipo rituale diciamo. Uscimmo già mezzi sbollati, passammo una notte bellissima e fortunatamente ne mancavano ancore tante...
Sabato 28 Luglio:
Solite routine, sveglia, fumo, mare e ragazze; tutto quello che un gruppo di napoletani in vacanza può desiderare… (beh, questo pensavo fino all’arrivo del pomeriggio). Misi fretta a tutti per ritornare al villaggio, dovevamo fare la partita.
C’era un bel campo in erba, un vero spettacolo, e anche abbastanza grande, forse da 11 addirittura… dopo la partita stanchi e smollati uscimmo del campo quasi correndo per andare a bere alla fontana. Uscii per primo, ma non andai più a bere.
Non sentivo più la gola secca, non avevo più sete, anzi in realtà non sentivo più nulla intorno a me… i rumori, le persone che parlavano, il vento sulle foglie, non esisteva più nulla intorno a me. Il mondo si era fermato. Sembrava stessi sognando, avevo perso persino il controllo del mio corpo, non mi era mai capitata una cosa simile. Mi svegliai, se così posso dire… quando le arrivai accanto, non capendo neanche io cosa ci facessi lì vicino a lei.
Quando ad un tratto il tempo per pensare era finito, il cuore mio andò a 1000 tutto d’un colpo, mi mancò il respiro, incrociai il suo sguardo per la prima volta. Mai provato qualcosa neanche lontanamente paragonabile a quello che provai e l’unica cosa che seppi dire fu, “OLA” Ma bravo, bravo Alessandro tu sì che sai fare con le ragazze, sei un genio del dialogo, un mago delle donne, complimenti ma che discorso interessante che hai avviado, no? OK OK, ho toppato, ma ora zitto che mi ha risposto imbecille!
-Hola!
Provai a mostrarmi interessato al suo lavoro e a quello che stava facendo in quanto era travestita da non so che ed era circondata da bambini. Alla fine dopo avermi ripetuto che era travestita da “Karakol” e io continuavo a non capire un cazzo, uscii con una delle mie battute. Io direi une delle tue cazzate…
-Sei un Pokemon!
Risultato?
I bambini di cui non mi fregava un cazzo risero. Si, ma lei ti prese per un coglione però. Lei si irritò un po', insomma proprio quello che non volevo. Comunque le accarezzai il viso come per scusarmi e le dissi:
-Dai… Sei un bel pokemon
E me ne andai consapevole di non avere nemmeno più chance. Si, te ne andasti, fisicamente vuoi dire, testa e cuore erano andati da lei appena l’hai vista e li sono rimasti.
Era una bella ragazza, aveva l’uniforme d'animatrice: una gonna gialla chiaro e una magliettina bianca. I capelli lungi castano-rossi, ma di colore non ben definito e alcuni ciocchi di capelli che le scendevano ai lati del viso. E quello che mi è successo? Beh, sarà la vacanza, l’alcol, il fumo, l’amore, ma che dici?! Ma quando mai, nemmeno la conosco, l’ho vista per due minuti si, ma ti sono bastati dieci secondi per innamorarti, quindi due sono tanti, ma chi la pensa più?
E così tornammo alla movil, ci lavammo e la giornata passò splendidamente fra il solito mix di alcol, droga, musica e ragazze... sì ma più che pensare a quelle che si spogliavano per te… pensavi a quella travestita da com’ era? Caracol!
Domenica 29 Luglio
Il divertimento salì alle stelle, partivamo scherzi fra di noi a gogo… Nel villaggio e fuori eravamo conosciuti come “los italianos”, passavamo le giornate fra mare e piscina ma ovunque cercavamo la compagnia del gentil sesso. Si… fai il grande gigolo….ma a chi la vuoi contare? I tuoi amici in piscina a fare i tuffi e tu a guardarla mentre lavorava alla minidisco. Vabbeh, comunque era carina, e poi la sera dovevamo uscire con gli animatori , e volevo sapere se veniva. Si…volevi saperlo… o speravi? Comunque chiusa la piscina andammo a cercare gli animatori per sapere l’orario e il luogo d’appuntamento, e casualmente la incontrai fuori la minidisco. Pensai di non fare troppo l’imbecille, e li domandai subito ciò che volevo.
-Hola
-…Hola
-We….this night….go out to playa for drink something… with animation…
Ti prego… sorridi ancora e dimmi di si, così sdevengo.
-Oh,… I can’t go
Non farti vedere dispiaciuto, resisti, sorridi.
-Why?
-Because my sister come this night for see Norma…
-And… The age of your sister? She can come walk…
- No. She come with her boyfriend…and mine.
Resisti, forse non hai capito.
-Do you have a … boyfriend?
-…Yes…
Ok, questa è stata dura. Te lo concedo, togliti quel sorriso da ebete che hai e mandala a fan culo. anzi, mandati da solo, lei non ha colpa, sei tu chi si innamori in queste situazioni strane...
-Ah… OK, bye.
Entrammo in disco a cercare gli altri, io però mi sentivo triste, ma alla fine pensai che avessi fatto tutto da solo. Le serate trascorse bene, conoscemmo tante ragazze come sempre e cercai di non pensare più in quella delusione.